Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La Terza Sezione del Tribunale Superiore di Giustizia (STJ) ha affermato il diritto della persona ad ottenere la rettificazione del registro civile mediante l’attribuzione di un genere neutro, senza dover necessariamente sottostare ad una scelta di tipo binario.
Il TAR Lazio ritiene legittimo l’inserimento delle composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo, ottenuto da estratti di cannabis, nelle tabelle contenenti l’indicazione di sostanze stupefacenti e psicotrope e, più precisamente, nella tabella relativa ai medicinali, sezione B.
La decisione è fondata sull'applicazione del principio di precauzione. Esso, infatti, postula l’intervento laddove, a seguito di una valutazione quanto più possibile esaustiva dei rischi concretamente presenti nel contesto spazio-temporale di riferimento, sia emersa una situazione di pericolo potenziale o latente - ma non puramente ipotetica - idonea a incidere in modo rilevante sulla salute dell’uomo.
Il Tar Lazio ha dichiarato parzialmente illegittimo per violazione di legge il decreto del Ministero della Salute del 20 marzo 2024, con il quale sono state adottate le Linee Guida contenenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di PMA.
Con decisione del 16 aprile 2025, la Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che, ai fini dell’Equality Act 2010 (AE 2010), è considerata donna solo chi è biologicamente tale, facendo prevalere il sesso biologico su quello anagrafico.
Il Tribunale di Firenze riconosce che, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 143/2024, una volta conseguita in sede giudiziale la rettificazione anagrafica non è più necessaria l’autorizzazione all’esecuzione dell’intervento chirurgico.
La Corte costituzionale ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’art. 29bis, comma 1 della l. 184/1983 nella parte in cui non riconosce alle persone singole la possibilità di adottare un minore straniero residente all’estero.
Con la sentenza del 13 marzo 2025 (causa C-247/23), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata rispetto all’interpretazione dell’art. 16 del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), affermando che il diritto alla rettifica dei dati personali si estende anche ai dati relativi al genere e che gli Stati membri non possono subordinare tale diritto alla prova di un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso.
La Corte di cassazione ha accolto il ricorso avverso un provvedimento di assegnazione di amministratore di sostegno per la sua contraddittorietà e per la mancata considerazione da parte del giudice del Tribunale di Bolzano della possibilità di superare la limitazione di capacità fisica tramite l’uso di mezzi tecnologici o altri ausili.
La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9.1 L. n. 91/1992 nella parte in cui non esonera dalla prova di esame di lingua italiana i richiedenti affetti da gravi limitazioni alla capacità di apprendimento linguistico attestate mediante certificazione.
La Corte di Cassazione esclude in via generale la possibilità di riconoscere un pregiudizio biologico e relazionale configurabile come lesione di un diritto, in capo al figlio affetto da disabilità di cui i genitori non erano stati correttamente informati durante la gravidanza. Viene, così, negata l’individuazione non solo di un diritto a non nascere se non sano, ma anche di un diritto ad avere un ambiente familiare preparato ad accogliere il nuovo nato, essendo, in entrambi i casi, possibile alternativa per quest’ultimo solo quella di non nascere e non potendo integrare la vita del nato danno-conseguenza dell’illecito del medico.